“Il cibo (…) è il nostro piacere e la nostra penitenza, il bene e il male. Come l’isteria cent’anni fa, è oggi il fulcro di un’ossessione culturale che ha contagiato un numero enorme di persone non necessariamente gravemente ammalate per disturbi collegati al cibo. Jogging estremo, palestre e negozi salutistici, Rolfing, massaggio, terapia vitaminica, centri di dietologia, colon terapia, bodybuilding, chirurgia plastica, orrore morale per il fumo e lo zucchero, terrore degli agenti inquinanti – sono tutte testimonianze dell’idea di un corpo estremamente vulnerabile, costantemente minacciato, con limiti continuamente modificati.”
Dal romanzo “Quello che ho amato” di Siri Hustvedt
ET Einaudi